Hikmet, che staccavi bottoni sui vestiti smessi
che tenevi un piede sempre sollevato,
per non essere prigioniero della Terra..
Che sorridevi per primo agli sconosciuti
mentre aspettavi l’uccello pirata
col galeone delle briciole.
Hikmet, fiume sotterraneo nelle bocche delle ragazze
che hai raggiunto le montagne del Tibet
guardando un poco oltre la tua testa
e quando ne hai ricevuto un cenno d’intesa
hai trovato una caramella mou dove finisce l’arcobaleno.
Hikmet, perso tra le ragazze berbere date in sposa
ai caproni analfabeti
affogato nelle pozze di verdi occhi concentrici
ti aspettano accanto a una rosa del deserto,
pietra dimenticata nella tasca
di un grembiule.
… è proprio bello quello che scrivi!!!
grazia..gli indigeni di qui dicono: esageruma nen:-)
caramelle mou alla fine degli arcobaleni e pietre dimenticate … forte e delicato, mi piace!
ps: bella l’idea del doppio regalo alla suprema amica… tu comunque di ciò che si trova sul mio blog puoi farne ciò che vuoi… come chiunque altro, beninteso!
splash!