
Merendine per Ricci
( Favole del Disincanto)
1. Rata-vouloire, pipistrelli.
Col fazzoletto ben stretto, con le rughe a solchi vicino gli occhi, Iole toglie e mette le assi per fare i banchi al mercato.
Cavalletto, asse, banco e i muscoli delle gambe e delle braccia si induriscono ancora di più.
Non ha bisogno di lampade, con la vita che fa.
Quando non è al mercato, è nei suoi prati a raccogliere l’erba medica per l’inverno delle mucche.
E si porta sempre dietro il suo nipotino, Gervasio.
Gervasio è grande e grosso, ma ha il cervello di un bambino. Colpa del forcipe,e della mancanza di ossigeno alla nascita.
Iole ama questo suo nipote che parla poco e vede tutte le cose ingrandite, come fossero l’erba negli occhi dell’agnello, che ogni filo ha il suo gusto e il suo prato di nascita.
Gervaso è intento a seguire una mosca, con la paletta cerca di colpirla, ma i suoi riflessi son troppo lenti.
“ Mosca deve vivere, dice Io”
Che dici, piccolo? Gli chiede la zia
Mosca vive, e basta.
Va bene , Gervasio, se è cosi, che vuoi.
Perché non mi aiuti adesso, con la pila, che guardiamo se si son riempite le Rata Vouloira?Vai a prendere la pila.
Gervasio apre bene gli occhi, la barba fatta male, sua zia che cerca nelle case dei pipistrelli.
continua
Lino Di Gianni