Restammo luminosi
in quel cielo pesante
aquiloni inconsapevoli
scappati dalle umide cantine
usavamo i chiodi delle scarpe
per portare lontana la palla
Era una resistenza
al lavoro che ottunde
al tornio che t’impicca
all’oratorio della domenica
Avevamo meno dei venti necessari
e qualcosa di più di quello
che serve per slumare
le ragazze
Correvamo piano
non fiumi ma piccoli
torrenti con la vocazione
a straripare
Al sole,
prosciugammo sudori
le vene d’acqua,
le cedemmo ai
rabdomanti
(lino di gianni)