Samer Issawi, al 214esimo giorno di sciopero della fame, invia una lettera al The Guardian: “Questa battaglia è l’ultima pietra che mi rimane da lanciare”.
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http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=53826
ributtando un pesce
a mare, pesce non pescato
di un lontano mare
ti siedi,incrociando le gambe
in cella dopo 24 giorni di
sciopero della fame
lancia il suo ultimo sasso
non gliene frega a nessuno
dei confini, di una morte
possibile, prossima, in più
in un attimo, per un posto
nella fila un vecchio con
bastone e un cretino con cappello
e collana e pizzo rifinito
si insultavano si volevano
picchiare non c’e speranza
non c’è speranza non c’è
o forse, forse delle camicie
di forza
delle ragazzine nuove, forti,
decise, visionarie
che hanno viaggiato, parlato
misurato, cambiato.
Ecco, non le freghi più
coi confini, religioni
sposati oggi in fretta
che se no, zitella!
Ma chissà. Potrebbero
Pure perdersi.
Compiacersi di essere
diverse, e far diventare
tutto sterile.
Ci vuole una energia infinita
a parlare, scrivere, dare vita
a una nuova persona col suo
spazio nel mondo
Perché accontentarsi del qui,
ed ora?
5 marzo 2013 lino di gianni