giornate rinchiuse
oltre i cancelli
radici liquide intaccate
dalle acque mercuriali
di maree rintanate
come conigli
la luce del giorno
si corica a busta
sulla parte di notte
rimasta a guardare
su un fiume, un quartiere
sulla casa dal
balcone socchiuso
l’occhio del pittore valuta
l’avanzo di colore
l’umido del tratto
la parte oscura rimasta
e decide di lasciare
fuori dalla tela
quel momento in bilico
tra le tende
e i tavoli
e gli ubriachi assenti
grande è lo spazio
che segnerà lo stormo
nel cielo, un colore
improprio, instabile
né oro né carminio
forse senza ombra
né voce bastante
per essere
virtù.
28/09/2012 lino di gianni
Annunci
E fa bene il pittore a lasciare fuori dalla tela quel momento in bilico.
perchè è inesprimibile
è bellissima, Lino 🙂
grazie, Api, questa, diversamente dal solito, piace molto anche a me, e ne sono orgoglioso, perchè è una scrittura trattenuta
bella, una cadenza musicale che trasporta lo stato d’animo.
grazie, sono contento che questa poesia piaccia, raramente quelle scrivo nel pomeriggio, riescono