Nella terra dei dolori
improvvidi
non è dato l’inganno
che rimanda,
non le promesse
che verrano
il presente è un
poliziotto
della dogana,
niente da dichiarare?
Io cavalco un melone
gigante
e due acini di uva
e una vespa gigante
mira al cuore
esitante
per tanti anni, si
per tanti anni lontano
dalla chimica, le dipendenze
le multinazionali
e ora come un caco
disidratato
una, due, tre al giorno
per quanto tempo?
Non c’è ritorno
solo complicazioni più
leggere per evitare
le più pesanti
A me basta sorridere
ripensando alle
tue tenere,
argute
indirette
velate
metafore
con quel linguaggio
un po’
aulico
dell’ Università
degli Angiporti
quando, per rassicurarmi
sulla dottoressa,
mi hai detto
“ Non preoccuparti,
Ella,
ha due coglioni così”
19 settembre 2012 lino di gianni
ps.
– è la poesia lo specchio della realtà?
– tutt’altro! dalla realtà distillo quella poca grappa che non posso bere
bella!
grazie, Fernanda..
http://www.linodigianni.it/