dentro il campo che
riempiva gli occhi
in fuga dalla
santoreggia
vestito da
spaventapasseri
per gli ultimi
pensieri di Kant
snocciolavo le olive
nere amare di Puglia
uno a uno i fagioli
nella pentola di coccio
come fossero frasi
d’amore smozzicate
del tuo lapis
da temperare
l’aroma dell’anice
stellato e del finocchietto
selvatico quasi
come L’Infinito di
Giacomo
e infine la tagliata
alle fini erbe di Provenza
una mousse di cioccolato
bianco e riso
promessa di carezze e
coccole come solo
appena sveglia
lino di gianni 9 settembre 2012