Madre
Come una galleria veloce (con la zampata del freddo)
un treno mi entra in bocca (finestrini tra luce e scuro)
Se ti guardo che non vedi, sei una vecchia
se sorrido con discrezione, farfalla garrula
t’improvvisi.
Quanto zibibbo scorre sottotraccia
nelle mani abituate a cucire sulla pelle del tuo corpo.
( nei punti cardinali ripeti la croce )
Apri la bocca, se d’acqua scorre improvvida
taci e trattieni il pianto per dopo
se a cavità senti necessario afferrarsi.
Per te, taccio
per qualche gesto sapiente, da indovinare
e verso sale dietro alle spalle,
da antico Benandante
verso la mia Compostela.
Dicembre 2007 | Poesie Lino Di Gianni