Storia di un giocattolo, e del suo bambino
Il giocattolo si chiamava Tav, treno alta velocità.
Per qualcuno alta voracità, visti i soldi necessari
Per un bambino, l’unico, Mario Giràno, no!
Per lui, quel treno era tutto.
Tutta la sua vita, il suo presente, il suo passato.
Fin da piccolo, imparò a dire si, quando la mamma diceva: Tav.
E da grande si circondò di persone come lui.
Lui diceva Tav, e loro rispondevano magicamente “ Si “.
C’erano solo dei ragazzotti dispettosi che appena lo vedevano
cominciavano a gridare “No Tav!
E se lui, allibito, chiedeva “ Perché?”
cominciavano a snocciolare, come un rosario:
Perchè costa troppo
Perché è inutile
Le merci stanno calando
Si avvelena l’ambiente per niente..
E via di questo passo.
Ora, persino Parigi cominciava a negare i fondi!
Allora, i signori del governo, lo nominarono
gran badante del vecchio trenino ad alta voracità
E lui contento, andava a tutte le inaugurazioni
che promettevano il Si Tav
Arrivò persino a prodursi pannelli solari che rilasciavano, se carichi, un motivetto musicale che diceva “ E forza Tav..”
Disgraziatamente, quella stagione, piovve sempre.
I maggiorenti della mafia cominciarono a pensare che forse rendeva troppo poco, e qualcuno pensò di comprare un trenino elettrico a Mario Giràno, convincendolo che fosse un prototipo.
Il bambino fattosi uomo stempiato inaugurò il circuito del Tav
Nella stazione di Sant’Ambrogio, lato toilette: tutto il circuito di 3 metri e mezzo in un minuto e trentadue secondi.