Metteva, piano piano
le sue paroline in
bell’ordine
sulla paginetta
curando che risultassero
ora ilari, ora scafate
ora intense
il movimento duraturo
della vita gli passava
accanto sotto forma di
ripetizioni, grida, sussurri
monotoni, paurosi
e pieni del letame
che producono gli umani
mattino sveglia poco dormire
gabinetto pocodicorpo
caffè caffè ho finito le fette
biscottate
cosa faccio oggi da mangiare
non ho voglia neanche di comprare
caldo come si fa a lavorare oggi
marisa non ha telefonato
piuttosto mangio due pomodori
devo ritirare i soldi per pagare
marisa sta a vedere che non telefona
la parola è una pietra
nel palmo di mano di una bimba
che la tiene in equilibrio
e chiama mamma mamma
ma nessuno guarda
6 luglio 2012 lino di gianni
Un bel pezzo! I nostri complimenti, navigante 😉
Noi invece stiamo provando a cambiare un po’ la storia della poesia, già pretese minime… 😀
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2012/04/28/state-scherzando-vero/
Un saluto dal blog Vongole & Merluzzi!