In una persistente, caparbia
umile volontà
che non si pensa, non si misura
impara lingue, scuse, ringraziamenti
che impara stelle, risate, e modi nuovi
di fare il pane e assaggiare l’olio nuovo,
di olive vere
che entra e dice ciao e mangia con te
e usa il suo tempo in modo semplice
nel presente senza farti pesare
il domani che tutto rimanda
che se chiedi ti dà, senza calcolo
senza convenienze, come fosse da sempre
una bocca con lo stesso fiato
perché abbiamo risalito la penisola
perché abbiamo traversato mari
perché abbiamo imparato nuove madri lingue
perché abbiamo scoperto che per capire
bastava un segno.
Ora, in silenzio, proviamo se nel sonno
abbiamo lo stesso segno
quello di un figlio, una casa, un cibo
quello di un sogno
che contiene tutte le incapacità
come di te quando imparavi a camminare
Necessario realizzare tutto in modo semplice: entrare, dire “ciao” e mangiare col senso della convivialità. Anche il sogno s’ha da condividere.
si, anche il sogno