Senza documenti in regola
senza fissa dimora ( col braccio attorno alla testa del figlio)
lo sguardo che traccia confini
solo per gli animali che passeranno,
l’acqua che scende diversa secondo le ore
( preziosa nella traversata di sale)
Tutto avvolto nel vento (il canto della nenia del villaggio)
che sposta le nuvole e pulisce gli spazi
rimasti nascosti, dove luccica
(il sorriso di mia figlia
con gli occhi nell’altrove)
A quel momento,
l’uscita di una metropolitana
il castoro coi denti sporti e i baffi vibratili:
vendono mirtilli, a mucchi,
la gente frettolosa riempie le borse,
sale, si tiene al mancorrente
sollevando il braccio:
rinasce l’humus del
sottobosco, cartelle come felci
scheggie di tronco e spore,
prossima fermata Mala Strana
( spiavano tutto nella polizia segreta
io sfogliavo le margherite
per farli impazzire con le mie
domande d’amore)
(Chenepensi, cometisembra?
Uh, be’, difficile dirlo..magari un po’ troppo
farraginosa, troppo concettuosa, che dici
ti riescono meglio quelle che..
Ah, si, grazie)
Bella, molto
un testo splendido perché parla, ecco non basta scrivere parole su parole, ma queste ti devono anche contiunuare a parlare nella mente
grazie, molte